Questa non è una guida classica di New York. Questa è più una raccolta di cose comuni e bizzarre fatte a New York.
Se anche voi volete conoscere la Grande Mela in maniera alternativa, allora siete nel posto giusto.
Fate molta attenzione però, le istruzioni che seguiranno sono quelle di una millennial cresciuta a colpi di film e serie tv americane.
New York e i grandi magazzini
Correva l’anno 2009 quando la mia collega mi chiese di andare con lei a New York una volta terminato il contratto di lavoro, accettai.
Appena arrivate a JFK ci facemmo accompagnare all’hotel da due giovani tassisti improvvisati che guidavano un furgoncino mezzo scassato. Dopo esserci liberate dei bagagli iniziammo subito il nostro tour.
Come molte ragazzine poco più che ventenni, il nostro primo obbiettivo era quello di scattarci una foto a Times Square con un bicchiere di Starbucks in mano, ma lungo il cammino ci facemmo distrarre dal più famoso grande magazzino di New York, Macy’s.
Dopo aver fatto un giro veloce al piano inferiore tra prodotti di bellezza, profumi e gioielli, ci dirigemmo al reparto abbigliamento donna e una volta lì iniziammo a provarci gli abiti per il PROM.
Il PROM è il ballo di fine anno scolastico. Un’evento, a quanto pare, molto sentito dai giovani americani e che noi italiani abbiamo visto solo nei film e nelle serie TV.
Era inizio maggio e i camerini erano stracolmi di ragazzine che sfilavano dinanzi alle loro mamme e amiche nella speranza di trovare l’abito perfetto. Divertite dalla situazione, ci cimentammo anche noi nella ricerca, fingendo di essere state invitate al ballo!
Sapevate che la celebre parata del giorno del Ringraziamento è organizzata proprio da Macy’s? Di fatti si chiama Macy’s Thanksgiving Day Parade. La prima volta che i dipendenti del grande magazzino sfilarono per le vie di Manhattan era il 1924. All’inizio i media considerarono l’evento una trovata pubblicitaria, ma il successo che ottenne, spinse i proprietari del marchio a riproporla ogni anno, fino a diventare oggi la sfilata più importante del paese.
New York e la little brown bag
Entrate ormai in fissa con lo shopping, decidemmo di continuare a fare spese e di cercare la “brown bag”.
La brown bag è una busta di carta marrone con su scritto little, small o big brown bag (a seconda delle dimensioni) del grande magazzino Bloomingdale’s.
Se siete super fans di Friends come me, avrete già capito di cosa sto parlando. Per chi invece non l’ha mai visto o non ricorda, lo racconto subito.
In molte serie televisive capita spesso di vedere prodotti di brand famosi come bevande, scarpe, portatili o telefonini, per dirne alcuni.
Nel caso di Friends, in numerose puntate, i protagonisti appaiono con una shopping bag di Bloomingdale’s. Addirittura, Rachel Green, interpretata da Jennifer Aniston, prima di lavorare per Ralph Lauren, viene assunta come segretaria proprio in questo grande magazzino.
Il nostro desiderio era quello di avere questa borsa come ricordo e sentirci in una puntata del nostro telefilm preferito. Missione compiuta!
New York e il supermercato del Village
Sulle orme di Friends, decidemmo di fare tappa anche nel West Village o Greenwich Village, il quartiere dove è ambientata la serie. E qui, prese dalla fame, siamo entrate in un supermercato.
Da premettere che io entro sempre, ma sempre, nei supermercati delle città che visito, perché mi incuriosisce sapere cosa comprano i locali e soprattutto scoprire prodotti che non si trovano in Italia (o in Spagna).
Nei supermercati di New York, e di tutti gli Stati Uniti, è il packaging a fare la differenza. Si vende tutto in confezioni gigantesche. Quasi non esistono bottiglie da mezzo litro o 1 litro. Piuttosto che comprare un busta di latte, sembra comprare una confezione di detersivo!
Il Greenwich Village è uno dei quartieri più interessanti e alternativi di New York. Non ci sono musei o monumenti da visitare in questo quartiere, in cambio ci sono tante location cinematografiche. Oltre all’edifcio di Friends, c’è l’appartamento della famiglia più amata degli anni ’80, I Robinson, l’appartamento di Carrie Bradshaw di Sex and the City e il ristorante La Trattoria di Mickey Occhi blu. Il Washington Square Park, infine, appare nei film Harry ti presento Sally, Io sono Leggenda, Ghostbusters e Hitch.
A New York sono stati girati milioni di film. Impossibile non sentirsi su un set cinematografico e ovviamente molte guide organizzano dei tour per mostrare le location delle serie TV o dei film più amati. Ecco qualche esempio:
- Tour di Sex and the City
- Tour di Gossip Girl
- Tour delle location dei film più famosi
- Tour delle location dei film dei supereroi
- Tour delle location natalizie di serie e film
New York e Little Italy
Lo so, ormai Little Italy non è più quella di una volta. Anzi, la maggior parte degli italoamericani non ci vivono neanche più in questo quartiere, si sono spostati a Brooklyn o nel Bronx.
Ma noi eravamo curiose e ci siamo andate lo stesso. Vi dirò di più, siamo anche entrate in un ristorante storico su Mulberry Street (La Mela) e mangiato gli gnocchi alla sorrentina (!!!).
Un’esperienza “molto” turistica che però ci ha divertite un sacco. Alla fine sembrava davvero di essere in una vecchia trattoria italiana, sicuramente non delle migliori, ma l’atmosfera era quella: tovaglie a quadri rosse e bianche e pareti zeppe di foto dei personaggi famosi che avevano visitato il locale.
New York e la scritta LOVE di Robert Indiana
Una mattina decidemmo di andare al MoMA, il Museo di Arte Moderna dove sono esposte alcune delle opere più importanti al mondo: La notte stellata di Van Gogh, Les Demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso, Le Ninfee di Claude Monet e le iconiche Lattine di Zuppa Campbell’s di Andy Warhol.
All’uscita ci imbattemmo nella scritta LOVE di Robert Indiana, grande esponente del movimento PopArt spesso dimenticato e oscurato dalla sua stessa creazione.
Nel 1964 il MoMA chiese a Robert Indiana di disegnare un biglietto natalizio per il bookshop del Museo e lui pensò alla parola “amore”, ispirandosi ad un’insegna che aveva visto fuori ad una Chiesa Evangelica e sulla quale c’era scritto God is Love.
Il biglietto divenne uno dei gadget più venduti del Museo. Nel 1970 Indiana trasformò la scritta in una scultura che espose all’Indianapolis Museum of Art e nel 1973 cedette l’immagine al Servizio Postale Americano che la trasformò in un francobollo commemorativo di 8 centesimi.
L’immagine della scritta si diffuse rapidamente in tutto il paese e all’estero, anche grazie alla comunità hippie che ne fece un simbolo.
Oggi si trovano riproduzioni della scritta LOVE in numerose città degli Stati Uniti, in Giappone, a Singapore, in Canada e anche in Spagna, a Bilbao e Madrid.
New York e la fissa per le gomme del moai
Non so se avete mai visto il film Una notte al Museo e soprattutto se vi ricordate della simpatica scena “hey tu scemo, scemo dare me gomma, gomma” tra il guardiano interpretato dal Ben Stiller e un moai, una statua tipica di Rapa Nui (l’isola di Pasqua).
A noi quel film era piaciuto particolarmente così andammo al Museo Americano di Storia Naturale per vedere se davvero tutti quegli animali imbalsamati e le statue prendessero vita.
A New York ci sono numerosi musei, ma i più importanti di tutti sono il MET (il Metropolitan Museo of Art), uno dei più visitati al mondo, secondo solo al Louvre di Parigi, e il Museo Americano di Storia Naturale.
Il Museo di Storia Naturale è davvero impressionante perché tutto è riprodotto in scala originale, dai dinosauri ai mammiferi esistenti ancora oggi. Passare da una sala all’altra, di collezione in collezione, sembra di rivivere l’evoluzione della Terra e di viaggiare nel tempo.
New York e il ponte di Brooklyn attraversato dal lato sbagliato
Ho realizzato di aver attraversato il ponte di Brooklyn dal lato sbagliato solo dopo essere tornata a casa.
Premetto che non c’è nessun inconveniente nel farlo da Manhattan a Brooklyn, a parte quello di lasciarsi il panorama più interessante alle spalle.
Il bello dell’attraversare il ponte di Brooklyn, in particolar modo al tramonto, è infatti quello di osservare da lontano l’inconfondibile skyline di New York.
L’esperienza è comunque consigliatissima. Io e la mia collega attraversammo il ponte a piedi e raggiungemmo Brooklyn in appena quaranta minuti, fermandoci ad osservare le auto scorrere sotto i nostri piedi e i numerosi cavi di sospensione scendere dal pilastro centrale.
Uno dei luoghi migliore da dove scattare una foto del ponte con i grattacieli sullo sfondo è il Brooklyn Bridge Park.
Una curiosità che forse non tutti sanno: il ponte tra i due palazzi che si vede in una delle foto più iconiche della Grande Mela, non è il Brooklyn Bridge. Si tratta, invece, del Manhattan Bridge ed è scattata da Washington Street a Brooklyn, nel piccolo quartiere di Dumbo.
New York e la metro fino a Coney Island
Dopo aver visitato quasi tutte le attrazioni più famose di New York (l’Empire State Building, il Rockefeller Center, la Grand Central Station e il Central Park), decidemmo di lasciare Manhattan per avventurarci nei sobborghi newyorkesi. Prendemmo la metro e raggiungemmo Coney Island.
Attraversammo tutta Brooklyn, per un lungo tratto vedendola dall’alto, perché la metropolitana qui non è più sottoterra ed è possibile guardare dal finestrino le vie e le case del quartiere.
Arrivammo a destinazione speranzose di trovare un ambiente unico e pieno di vita. Una sorta di Pacific Park di Santa Monica della costa est. Invece, venimmo catapultate in un luogo senza tempo, grigio e spoglio, decadente e quasi surreale. Complice una nebbia fitta che con fatica lasciava intravedere l’altra parte della strada.
All’epoca il Luna Park era chiuso, avrebbe riaperto i battenti l’anno successivo grazie all’intervento di un’azienda italiana, la Zamperla Spa, specializzata nella costruzione e progettazione di giostre e parchi divertimento.
In questo luogo nostalgico trovammo comunque qualcosa da fare. Visitammo, infatti, il New York Aquarium, tra l’altro l’unico acquario di New York, e passeggiammo sulla spiaggia.
New York e le domeniche a messa ad Harlem
Se capiti a New York una domenica mattina, allora non puoi perderti una messa gospel. Le Chiese migliori sono ad Harlem, il famoso quartiere afroamericano che si trova tra Manhattan e il Bronx, appena sopra il Central Park.
La Abyssinian Baptist Church è la chiesa dai cori gospel più famosa, seguono la Canaan Baptist Church, la First Corinthian Baptist Church e la Bethel Gospel Assembly.
Noi entrammo nella New Mt Zion Baptist Church e il consiglio che subito ricevemmo fu quello di sederci in fondo alla chiesa e nei posti laterali perché in questo modo, se durante la messa saremmo volute andare via, non avremmo disturbato i fedeli.
Un consiglio prezioso e giustissimo che seguimmo alla lettera perché d’altronde volevamo solo curiosare, non saremmo rimaste fino alla fine. Considerate che una messa gospel dura circa 2 ore e che non è uno spettacolo.
Dopo la messa gospel ci dirigemmo nel Bronx e qui, a differenza di Coney Island, trovammo un ambiente decisamente più vivace. C’erano ragazzini che giocavano a baseball nei parchi cittadini, gente che passeggiava o portava a spasso il cane.
Il Bronx per molto tempo è stato il quartiere più pericoloso di New York, ma ormai non è più così. Tra le cose da vedere nel Bronx c’è lo Stadio degli Yankees, una delle squadre di baseball americane più popolari, e lo Zoo.
New York e la ricerca del parente emigrato a Ellis Island
L’ultima tappa del nostro viaggio fu a Liberty Island. Non potevamo andare via senza aver visto prima da vicino la Statua della Libertà.
La Statua della Libertà è da sempre il simbolo del sogno americano, una sorta di porta fortuna per coloro che decidevano di emigrare verso il Nuovo Mondo nella speranza di migliore la propria vita ed avere successo.
Questo simbolismo si rifà al mero fatto che le navi, per entrare nella baia di New York, dovevano passare dinanzi alla dea romana della libertà. Il suo benvenuto era visto come un augurio e generava un senso di speranza.
Storicamente, la Statua della Libertà fu donata agli Stati Uniti dalla Francia in occasione del centenario della Dichiarazione di Indipendenza e per sottolineare il legame di fratellanza tra le due nazioni.
La nostra escursione a Liberty Island prevedeva la visita solo fino al piedistallo della Statua della Libertà (preferimmo evitare i 393 scalini per salire in cima alla corona della Lady Liberty) e successivamente la visita del Museo dell’Immigrazione a Ellis Island.
Il Museo dell’immigrazione i trova all’interno di quelli che un tempo erano gli edifici in cui venivano accolti gli immigranti provenienti da tutto il mondo. Gli edifici della prima stazione di immigrazione federale degli Stati Uniti d’America (1892).
Ad Ellis Island è possibile rivivere la storia osservando la sala dei bagagli, la sala dei registri e la sala dei dormitori, allestite con foto e oggetti appartenenti agli immigranti appena sbarcati sull’isola.
Il luogo più suggestivo è quello del Wall of Honor, il muro commemorativo dove sono incisi i nomi di migliaia di immigranti. Si trova all’esterno del museo e posizionato proprio davanti all’isola di Manhattan, della quale si vede tutto il suo skyline.
Ero molto curiosa di vedere questo monumento e soprattutto di cercare i nomi dei cugini dei miei nonni che agli inizi del ‘900 decisero di partire anche loro dall’Italia per incoronare il famoso sogno americano. Chissà se quelli che ho trovato appartenevamo davvero a loro.
5 viaggi a New York e ho ancora tante cose da vedere. Grazie al tuo articolo ho scoperto di aver attraversato il ponte di Brooklyn dalla parte sbagliata!! Andando da Macy’s è d’obbligo vedere le elegantissime toilettes!
Un bell’articolo corposo e completo su una città che ho amato: ci sono stata nel 2015 ma purtroppo non ho visto tutto ciò che tu hai descritto. Ci tornerei soprattutto per il Bronx e per Harlem: scatterei delle splendide foto, ne sono sicura!
New York, la grande nel al, una città che non può mai lasciare indifferenti. Io non sono una grande fan delle serie televisive né dello shopping, però Macy’s è decisamente imperdibile! Ci tornerei molto volentieri!
Mi sono ritrovata tantissimo nel tuo racconto! Dalla ricerca dei ravioli cinesi più buoni di NY sotto il diluvio universale (che poi facevano schifo e il locale era sudicio e malfamato), all’euforia di essere a casa di Carrie fino alle lacrime quando ho trovato il nome del cugino di mia nonna sulla lista degli arrivati a Ellis Island. New York è cosi, ti emoziona. Ad ogni angolo un déjà vu, un ricordo di un film, e quel grandissimo senso di libertà…
Noi vorremmo regalarci un viaggio a NY nei prossimi anni, magari come viaggio di anniversario di matrimonio e visitare il Greenwhich Village proprio per tutti i film girati li, ma anche i musei e Brooklyn. Bellissimo questo articolo
Grazie. Anche a me piacerebbe tornarci, proprio per rivedere luoghi e vivere situazione che non visto/fatto. Speriamo!
Noi siamo stati a New York ormai una vita fa, c’erano ancora le torri gemelle, mi hai fatto venire voglia di tornarci, chissà com’è cambiata!!!
Anche io non scherzo, saranno passati 13 anni…ormai sarà cambiato tutto sicuro!
Bellissimo questo articolo! Mi ha fatto tornare in mente tanti viaggi a New York, ma soprattutto il primo, quando non mi perdevo una puntata di Friends (e di Sex and the City), quindi anche una della mie tappe e stata da Bloomingdale’s per comprare qualcosa da mettere nella little brown bag 🙂
Che bello! Non sono l’unica pazza ossessionata di Friends ahahhahaha
Sono stata a NY qualche anno fa, e sono rimasta affascinata da Times Square e dalla sua vivacità. Come te, siamo andati a vedere il moai del film “Una notte al Museo”, ma purtroppo non siamo riusciti a vedere Coney Island. Sarà per la prossima volta!
La sogno e la desidero da tanto, un giorno arriverò fino a New York, e allora rileggerò tutti questi meravigliosi articoli per avere le informazioni migliori
Non sono un fan delle serie ma adoro tutti i gadget e le stranezze americane. New York è una miniera di curiosità. Mi manca la metro fino a Coney Island e non vedo l’ora di tornare per andarci. Il ponte di Brooklyn è sempre una tappa obbligata da percorrere in entrambe le direzioni: è sempre magnifico!