Islanda: viaggio in 4×4 in inverno

Racconto di viaggio di Davide Tuoro

Islanda: storie di Vichinghi e luoghi incredibili

Sono una persona molto curiosa e mi appassiona la storia e la cultura dei popoli nordici, soprattutto quella dei vichinghi.

Spesso, nel tempo libero, mi dedico allo studio dei loro usi e costumi, delle loro credenze e modi di fare.

Questa passione mi ha spinto negli anni a visitare i luoghi da loro un tempo abitati, come la Norvegia, la Svezia, il Regno Unito e l’Islanda, di cui voglio raccontarvi in questo post.

L’Islanda in inverno

Sono partito per l’Islanda nel periodo più freddo dell’anno: l’inverno.

Il periodo migliore per una vacanza in questa meravigliosa isola è, ovviamente, l’estate. Le temperature sono decisamente più miti, c’è più luce e gli spostamenti sono più agevoli.

Tuttavia, nulla vieta a un viaggiatore intrepido come me, di visitare l’Islanda anche in inverno.

Sebbene faccia freddissimo e bisogna stare più attenti e soprattutto ben equipaggiati, i paesaggi restano incredibili inoltre è proprio durante l’inverno che potrete assistere al fenomeno dell’aurora boreale!


Ho iniziato ad assaporare l’essenza di questo viaggio già in aeroporto: statue in legno finemente scolpite, simboli norreni ed immagini che ritraggono le bellezze del paese, danno il benvenuto a tutti i viaggiatori.

L’ordine e la pulizia impeccabili. Gli uffici delle compagnie di noleggio, tutte allineate ad aspettare il prossimo cliente.

In questa avventura non sono partito da solo. Con me, c’era il mio amico Luigi.

Insieme, abbiamo ritirato la nostra piccola jeep 4×4, prenotata con largo anticipo con la compagnia di noleggio Geysir Car, e ascoltato attentamente le raccomandazioni del gestore, come quella di fare particolare attenzione al vento, la più grande insidia dell’Islanda.

Ci è stata consegnata anche una mappa con tutte le stazioni di rifornimento dell’isola.

Questo perché, spesso, tra una stazione e l’altra vi sono anche 240 Km di distanza, e posso assicurarvi che restare a secco nel bel mezzo del nulla con una tempesta e una temperatura a -15, non è proprio il massimo!

Reykjavík

I primi due giorni li abbiamo trascorsi a Reykjavík, capitale dell’Islanda e punto di partenza per tutti i viaggiatori che vogliono esplorare l’intera isola o solo una parte, come quella delimitata dal circolo d’oro (Golden Circle), un percorso di circa 300 km che parte da Reykjavík e che attraversa alcuni dei paesaggi più belli e famosi dell’Islanda.

Reykjavík, a mio parere, è una città bellissima, moderna ed accogliente. Molto attenta all’arte e alla natura, come dimostrano i due Musei Valpofsstaour e Perlan.

Al Museo Perlan, ad esempio, è possibile visitare una grotta di ghiaccio, assistere a uno spettacolo audiovisivo sull’aurora boreale e soprattutto godere di una delle migliori viste panoramiche di Reykjavík.

Altri edifici di interesse turistico e dall’architettura molto particolare che potrete visitare a Reykjavík sono: l’Harpa Concert Hall e la maestosa Chiesa di Hallgrimskirkja, dinanzi alla quale si è solito riunirsi per salutare il nuovo anno con i fuochi d’artificio.

Blue Lagoon

Tappa obbligatoria per chi visita l’Islanda è la Blue Lagoon (Laguna Blu).

Uno dei complessi termali più belli del mondo, composto da bagni turchi, cascate e sorgenti di acqua calda (37 – 39 gradi) ricca di minerali, come la silice che ha proprietà ristoratrici, rilassanti e benefiche per il corpo e lo spirito.

La Blue Lagoon è molto popolare e per questo bisogna prenotare in anticipo. É possibile scegliere tra diverse tipologie di esperienze, ad un prezzo iniziale di 35 euro.

Fare il bagno in questo lago, mentre fuori nevicava, è stato uno dei momenti più memorabili di questo viaggio!

La Penisola di Snæfellsnes 

Il modo più semplice per esplorare l’Islanda è percorrendo la Ring Road, una strada ad anello, di due sole corsie, lunga 1.335 km. Noi, l’abbiamo percorsa in senso orario, partendo dalla Penisola di Snæfellsnes.

La prima tappa del nostro viaggio è stata Borgarbyggð, per ammirare le fantastiche cascate di Hraunfossar e Barnafoss. Mentre, la seconda è stata la Riserva Naturale di Budahraun.

La Riserva Naturale è il luogo ideale per ammirare l’impressionante quantità di uccelli marini che vivono sulle scogliere della costa Arnastapi ed Hellnar, ma anche il Gatklettur, il grande arco roccioso.

La riserva prende il nome dalla Saga di Bárðr, spirito di Snæfell, una divinità della mitologia norrena, mezzo uomo e mezzo orco, che si vede raffigurato nella foto a destra. Questa opera realizzata con una serie di pietre incastonate tra loro, è dell’artista Ragnar Kjartansson.


Prima di dirigerci verso la cittadina di Grundarfjörður per la notte, ci siamo fermati in altre due spiagge che, nonostante i nomi molto difficili da pronunciare, sono considerate le più suggestive dell’Islanda, Djúpalónssandur e Skarosvik.

Per finire, abbiamo raggiunto finalmente all’iconica montagna di Kirkjufell, apparsa anche in una delle mie serie preferite, Il Trono di spade.

La caratteristica forma della montagna, la sua vegetazione, la cascata di Kirkjufellsfoss e il lago in cui essa stessa si specchia nelle giornate più nitide e soleggiate, fanno si che sia la montagna più fotografata di tutta l’Islanda.

Sfortunatamente, il tempo non era dalla nostra parte e non siamo riusciti a catturare delle immagini all’altezza di grandi fotografi! Ciononostante, Luigi ha potuto realizzare lo scatto che vedete qui in basso. Niente male, vero?!

Il nord dell’Islanda

Il giorno successivo, ci siamo messi in viaggio per raggiungere la parte nord dell’isola. Ad Hofsós ci aspettava un nuovo e piacevole momento di relax presso la “infinity pool” con vista sul fiordo Skagafjörður del complesso termale di Hofsós.

Il complesso è stato progettato dallo stesso architetto della Blue Lagoon di Reykjavík e sebbene sia abbastanza conosciuto dai turisti, è frequentato principalmente dai locali, per questo anche più tranquillo della Laguna Blu.

Se siete più inclini alla pesca, allora non potete perdervi Siglufjordhur, una piccola cittadina situata a circa 60 km più a nord di Hofsós, un tempo molto famosa per la pesca delle aringhe.

La scomparsa di questo pesce negli anni ’60, ha generato una forte crisi, ma gli abitanti di Siglufjordhur ancora ricordano la sua importanza economica con il Museo dell’era dell’aringa.

Lungo la strada verso Akureyri, località scelta per trascorrere la notte, abbiamo fatto una breve sosta a Dalvik.

La città in sé non offre molto, ma in compenso ci ha regalato il nostro primo ed unico avvistamento di balene e, forse, uno dei migliori caffè di tutta l’Islanda.

Akureyri

Akureyri è la seconda città più grande dell’Islanda per numero di abitanti e la base perfetta per partire all’esplorazione di alcune delle bellezze naturali più spettacolari dell’Islanda settentrionale, come il Lago Mývatn, la cascata di Goðafoss e la Riserva Naturale del Jökulsárgljúfur.

Tra le principale attrazione che Akureyri offre ai vuoi visitanti c’è La Akureyrarkirkja, ossia la Cattedrale del ghiaccio, un’imponente struttura realizzata in cemento che domina la città dalla collina.

Altre interessanti attrazioni sono L’ART Museum e il Giardino Botanico, il cui ingresso è gratuito.

Godafoss

Il quinto giorno di viaggio ci siamo diretti a Godafoss, per ammirare la splendida cascata degli dei.

Secondo la leggenda, intorno all’anno 1000 d.C., il sacerdote pagano Þorgeir Ljósvetningagoði decise, per quieto vivere, di proclamare il Cristianesimo come religione ufficiale dell’Islanda, gettando nella cascata le statue dei propri idoli pagani.

Nonostante la conversione, gli islandesi continuarono a venerare le sacre divinità nordiche, Odino, Thor e Freyr, che vedevano rappresentate nei tre getti della cascata di Godafoss.

Il Lago Myvatn e la Riserva Naturale del Jökulsárgljúfur

La tappa successiva è stata il Lago Myvatn: una laguna artificiale circondata da formazioni rocciose di origine vulcanica e dalle proprietà termali. Davvero molto suggestiva.

In alcuni periodi, è possibile immergersi e darsi un bagno caldo e curativo. Al nostro arrivo il lago era ghiacciato, per cui l’unica cosa che abbiamo potuto fare, è stata scattare una foto di questo bellissimo tramonto!

L’ultima tappa del nostro viaggio nel nord dell’isola è stata la Riserva Naturale del Jökulsárgljúfur, dove risiedono le impressionati cascate di Selfoss, Dettifoss e Hafragilsfoss.

La prima ha la forma di un ferro di cavallo, che crea un effetto visivo incredibile. La seconda, invece, è la più impetuosa delle tre.

L’acqua cade nella gola del canyon con una forza incredibile, generando un boato riconoscibile per chilometri. Gli spruzzi d’acqua raggiungono altezze impensabili e creano giochi di luce e arcobaleni.

Egilsstadir e il Lago Lagarfljot

Un paio di ore piú tardi, siamo arrivati a Egilsstadir, una cittadina perfetta dove fare rifornimento e base per esplorare tutta la costa est dell’Islanda.

Nella pagina ufficiale del turismo di Egilsstadir potrete dare un’occhiata alle innumerevoli escursioni che si possono fare da qui. Inoltre, potrete consultare gli eventi, gli hotel e i ristoranti dove andare a cenare.

Noi abbiamo scelto di visitare il Lago Lagarfljot, attorno al quale ruota un’affascinante leggenda. Questo lago, esattamente come quello di Loch Ness in Scozia, sembra sia la dimora di un grosso mostro marino!

Il grande ghiacciaio del sud

La strada che si percorre per giungere nel sud dell’isola è davvero straordinaria, una lingua nera che serpeggia lungo i fiordi, tra montagne e corsi d’acqua, fino a costeggiare il mare.

Percorrerla è stato come prendere una boccata d’aria gelida e ci ha ricaricato per afforntare l’ultima parte del nostro viaggio.

Abbiamo raggiunto Höfn dopo circa quattro ore. Questa località si trova ai piedi del Parco Nazionale di Vatnajökull, il grande ghiacciaio del sud.

Qui abbiamo preso parte a una delle escursioni più belle mai fatte: la grotta di ghiaccio e la passeggiata a Skaftafell.

Il ghiacciaio Vatnajökull è la quarta calotta glaciale più grande del mondo. L’attività vulcanica sottostante genera una serie di grotte, alcune delle quali accessibili. La luce che vi attraversa crea dei colori e degli effetti che lasciano a bocca aperta.

La particolarità di questo luogo sta nel fatto che nel corso dell’anno, alcune grotte si richiudono, mentre altre cambiano aspetto offrendo uno spettacolo sempre nuovo.

Tra il Parco Nazionale di Skaftafell e la città di Höfn, si trova il Lago Jökulsárlón, dal quale affiorano grandi icebergs dalle forme più svariate.

Questo è un altro degli angoli più fotografati dell’Islanda, insieme alla Spiaggia dei diamanti (Breidamerkursandur), così chiamata per lo scintillio di migliaia di pezzetti di ghiaccio che risplendono al sole come diamanti.

Skogafoss

Vik è l’ultima città che abbiamo visitato prima di tornare a Reykjavík. Si tratta di un piccolo villaggio, dove ci sono diverse attrazioni turistiche.

Il promontorio di Dyrholaey ne è un perfetto esempio. Così come, la spiaggia di Reynisfjara, la caverna di Halsanefshellir e la cascata di Skogafoss la mia preferita.

La cascata di Skogafoss è celebre per essere stata scenario di diversi film e serie tv, quali Thor, La vita segreta di Walter Mitty, Il trono di spade e, ovviamente, Vikings.

La leggenda narra che il primo Vichingo, Þrasi Þórólfsson, sotterrò un baule pieno di monete nella caverna nella cascata. Qualcuno lo trovò, ma al momento di recuperarlo l’anello che reggeva il peso si ruppe e il tesoro affondò.

Un’altra leggenda, è quella secondo cui “chiunque faccia il bagno nelle sue acque, ritroverà qualcosa perduto da tempo”.

Una frase che mi ricorda un po’ l’inizio de Lo Hobbit, quando Bilbo Beggins ritrova l’anello nelle caverne delle Montagne Nebbiose in cui viveva Gollum!


Il nostro viaggio termina qui. Siamo tornati a casa dopo quasi due settimane, stanchi e infreddoliti, ma gratificati per la bellissima ed estrema esperienza che abbiamo condiviso.

Non vedo l’ora di partire per la prossima avventura!

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